La Sacra Spina

È la reliquia della “Sacra Spina” che cinse il capo di Gesù Nazareno, che si venera nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Vasto, a costituire l’orifiamma della città che ha aderito al programma “Culto e Cultura in Abruzzo”, associazione regionale per la promozione del Turismo Religioso. Un circuito che ha come tappe: • Bucchianico (San Camillo de Lellis); • Isola del Gran Sasso (San Gabriele dell’Addolorata); • Lanciano (Il Miracolo Eucaristico); • Manoppello (il Volto Santo); • Ortona (le spoglie di San Tommaso; • Sulmona (Celestino V); • Vasto (La Sacra Spina). Queste località che fanno parte della via del pellegrinaggio internazionale, parteciperanno a raduni e fiere in Germania, Spagna, Polonia. Per Vasto è un’occasione importante, anche sotto l’aspetto della valorizzazione del turismo, oltre quello religioso. La “Sacra Spina” ha una storia antichissima legata alla nobile casata dei Principi d’Avalos, feudatari della città di Vasto, perché la reliquia venne donata da Papa Pio IV al famoso Don Ferdinando D’Avalos Governatore di Milano e delegato al Concilio di Trento quale Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II, e dopo fu, dall’erede Don Alfonso D’Avalos trasportata a Vasto e degnamente collocata nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Nell’anno 1647 il Marchese D. Diego D’Avalos, affinchè la rara e preziosa reliquia si conservasse con maggiore onorificenza e decoro, fece erigere ed adornare un’augusta e maestosa cappella. Successivamente i coniugi Don Cesare e Donna Ippolita D’Avalos, successori di Diego, arricchirono la cappella di ricche suppellettili sacre destinando una rendita sufficiente a farvi celebrare sacrifici in ogni settimana. Nel 1718 il Capitolo della Collegiata di Santa Maria Maggiore ottenne dalla Sacra Congregazione dei Riti, l’Ufficio proprio con Messa da celebrarsi nel giorno della Festa il venerdì di Passione di Nostro Signore. Nel 1732 venne concessa l’estensione di detto ufficio e Messa per tutto il Clero Vastese, secolare e regolare, e, inoltre, da Pio IV l’indulgenza plenaria, ed altre indulgenze per cinque giorni che si permettono per la devozione della reliquia. Alla miracolosità della Sacra Spina di Vasto è legato un episodio avvenuto il 14 giugno 1645, vigilia del Corpus Domini, quando si sviluppò un incendio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Il fuoco aveva distrutto l’altare maggiore, il Coro, la Pisside, un Palio di grande valore, l’organo, il pulpito, i banchi e le travi del tetto. Le fiamme stavano estendendosi verso la nicchia che custodiva la Sacra Spina, quando uno schiavo turco, coraggiosamente si getta nel rogo, riesce a prendere l’ostensorio con la reliquia e torna miracolosamente salvo senza ferite.

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